Imprenditori e smart working: fidarsi dei dipendenti
Un errore piuttosto comune compiuto da un cospicuo numero di datori di lavoro è tendenzialmente quello del sovraccaricare di compiti i dipendenti che lavorano da casa: questo atteggiamento viene posto in essere presupponendo che un dipendente a casa lavori meno ore rispetto a quelle solitamente svolte in ufficio, ma non sempre è così.

Imprenditori e smart working
La recente crisi epidemiologica che stiamo vivendo ha implementato nell’attività lavorativa l’uso dello smart working, ma non tutti gli imprenditori hanno accolto favorevolmente questa modalità di lavoro.
Infatti, non tutti i datori di lavoro riescono a fidarsi dei propri dipendenti e reputano difficile controllare che gli stessi portino a termine nei tempi concordati la mansione affidatagli, oltre che a verificare la corretta esecuzione dell’attività. Un errore piuttosto comune compiuto da un cospicuo numero di datori di lavoro è tendenzialmente quello del sovraccaricare di compiti i dipendenti che lavorano da casa: questo atteggiamento viene posto in essere presupponendo che un dipendente a casa lavori meno ore rispetto a quelle solitamente svolte in ufficio, ma non sempre è così.
I benefici economico-sociali derivanti dall’adozione dello smart working
Recenti studi svolti presso l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano hanno rivelato che un lavoratore in smart working incrementa la produttività aziendale del 15% e non solo, il fatto di “lavorare da casa”, ha ridotto del 20% il tasso di assenteismo, comportando così una riduzione del costo del lavoro che il datore è costretto a sopportare per sostituire momentaneamente la persona risultante assente e unica in grado svolgere quella mansione.
Inoltre, molti imprenditori stanno esaminando i costi e i benefici del mantenere il dipendente in smart working, in quanto costui non lavorando presso la sede del datore di lavoro consente all’azienda di ridurre i costi di gestione degli spazi fisici e quelli relativi alle utenze, manutenzioni, affitti, competenze professionali cosicchè possa aversi non solo il miglioramento dell’equilibrio fra lavoro e vita privata (del lavoratore) ma anche un maggior reddito dell’azienda dovuto all’abbassamento delle spese di gestione aziendale.
Quali sono gli svantaggi cui va incontro l’imprenditore che decide di introdurre lo smart working all’interno della sua azienda?
Gli imprenditori della “vecchia scuola” sono abituati a rapportarsi quotidianamente con i propri dipendenti vis-à-vis e spesso non avere fisicamente il dipendente presso la propria azienda ingenera sconforto e mancanza anche in capo al titolare; è questo l’unico svantaggio del lavoro a distanza, il non poter condividere in maniera diretta le informazioni, anche se questa carenza può essere colmata con l’utilizzo dei più comuni e avanzati mezzi di comunicazione, non solo telefonica ma anche in streaming. Tale carenza viene spesso sfogata attraverso la necessità di controllare in maniera quasi oppressiva il lavoratore in smart working, attraverso un numero elevato di chiamate e video chiamate che consentano al datore di lavoro di verificare la prontezza e lo stato di avanzamento del lavoro assegnato al dipendente.
Come sperare gli ostacoli emotivi dovuti all’evoluzione del mondo del lavoro
Un dipendente soddisfatto e supportato risulterà per l’azienda una risorsa preziosa. Questa può sembrare la classica frase fatta, ma non è così: i risultati maggiori si ottengono quando stiamo bene con noi stessi, quando ci sentiamo appagati e stimati.
L’uso di un coach serve proprio a questo: valorizzare i talenti delle persone.
Essere un manager, un imprenditore non significa essere sempre al 100%, siamo tutti umani, e non deve essere vista come una debolezza quella di affidarsi ad un coach che ci aiuti a rimuovere ostacoli emotivi e mentali che ci impediscono di raggiungere un determinato obiettivo.
Attraverso la programmazione neuro-linguistica, la meditazione, la lean leadership e la visualizzazione fornita da un coach possono ottenersi ottimi risultati riversabili non solo sulla personalità stessa dell’imprenditore, ma su tutto il suo team. L’affiancamento di un coach non sarà un semplice riferimento da prendere in considerazione per il raggiungimento di obiettivi aziendali, ma sarà colui che stimola e crea la personalità di coloro che vorranno seguire i suoi insegnamenti.
Perché l’imprenditore dovrebbe essere affiancato da un coach?
Proprio come i suoi dipendenti, un imprenditore deve essere supportato e valorizzato, e con l’aiuto del coach, chi riveste questo ruolo potrà riscoprire i talenti di cui è dotato, cosicchè possa portare a termine gli obiettivi prefissati, senza che il loro raggiungimento, spesso solo per un blocco emotivo, risulti di difficile realizzazione.
Potenziare lo stato mentale, emotivo e fisico è il cammino che un imprenditore deve percorrere, affiancato ad un coach, che possa portarlo a lavorare sulle sue convinzioni, sul suo assetto mentale e sulle sue credenze, solo in questo modo potrà raggiungersi quell’eccellenza tanto ambita.
PT Management è composta da una squadra di psicologi, dotati ciascuno di specifiche competenze le quali vengo messe in campo per sostenere e affiancare gli imprenditori, i manager e i datori di lavoro in generale affinchè possano diventare leader efficaci e capaci di collaborare con il proprio team e ottenere dei traguardi ottimali in relazione all’attività svolta.
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