Leadership: il mio capo non mi ascolta

Leadership: il mio capo non mi ascolta

La comunicazione rivolta ad una persona che ha leadership, a volte ha bisogno di una spinta (da parte nostra)

Se ci lamentiamo di non avere dialogo con la leadership della nostra azienda, come per esempio il nostro capo, assicuriamoci di aver usato almeno una volta, le seguenti frasi.

“QUESTO E’ CIO’ DI CUI HO BISOGNO”. Il dialogo non è mai a senso unico: senza riscontro non funziona. Le giornate brutte ci saranno ma ciò non toglie il diritto di esprimersi con gentilezza: “Mi aiuterebbe molto ricevere indicazioni al più presto”. Se non dici quello che pensi, nessuno ti darà ascolto: una buona leadership ascolta pronta a cogliere le buone idee come fantastiche opportunità.

“HAI CONSIDERATO QUESTO PROBLEMA?” Hai la fortuna di avere una prospettiva che chi esercita la leadership non ha. Non significa che il tuo capo non ha idea di quel che succede e tu invece si. Vuol dire che puoi metterlo al corrente di cose che vedi dalla tua posizione, dettagli importanti. Se boccia una tua idea sii pronto a difenderla. “Ho valutato l’impatto della situazione attuale e ho scoperto che …”. Presenta idee per le quali sei disposto ad impegnarti e non avere timore di dimostrare la tua esperienza davanti a chi ha leadership. Sei chiamato ad aggiornare i tuoi capi sugli sviluppi del tuo lavoro e non solo a ricevere comandi.

Cosa fare in caso di lite con chi ha leadership e come farsi ascoltare: 5 soluzioni

Clichè, rivendicazioni e presunte colpe. Ad ogni situazione esiste un consiglio pratico per sgonfiare la “bolla” dello scontro:

  1. Non usate una lite con chi ha leadership come pretesto per affrontarne un’altra (“Vogliamo parlare di quella volta che tu …?)
  2. Non fingere di fare i ragionevoli e non dite all’altro di calmarsi
  3. Non offrite scuse da politicanti (“Capisco il tuo punto di vista e che il mio comportamento non è stato ciò che tu ti aspettavi da me”)
  4. Usate scuse autentiche (“Mi spiace davvero, se c’è qualcosa che posso fare per te…”)
  5. L’altro non è cattivo, ma spaventato/preoccupato come voi. Anche voi siete stati impossibili almeno una volta. La leadership, in questo caso la tua, sa riconoscere quanto è difficile essergli accanto

La domanda giusta per comunicare ciò che vuoi. Come porre domande efficaci

Farsi ascoltare è un’arte, ma ci si può allenare. Chi ha leadership spesso non ascolta perché troppo convinto che le proprie idee siano migliori. A maggior ragione, nel rapportarti con chi ha leadership, devi essere molto molto capace di farti ascoltare. La piega che una conversazione con una persona che ha leadership prende, dipende molto dal modo in cui le domande al leader vengono poste: 

  • se è appropriata oppure no
  • dal momento in cui viene posta– esiste un tempo in cui le porre domande è più efficace
  • dal tipo di domanda.

Le domande, quando sono efficaci, ci fanno prendere una direzione nuova, verso una nuova chiave di lettura, ci spingono all’azione o all’impegno. Sono formulate con empatia e onorano l’altro e la sua condizione. Porre domande significa che hai una leadership che ascolta. Porre domande significa che ti rapporti a chi ha leadership senza complessi, alla pari e che vuoi essere ascoltato.

Il cervello umano è fatto in modo tale che quando viene posta una domanda, è spinto a cercare una risposta: le domande poste a chi ha leadership funzionano per farsi ascoltare

Domanda semplice. Le domande più semplici spesso sono le più efficaci. Guarda queste semplici domande:

  • E adesso?
  • Come farai?

Inizia con quando, come, cosa e dove. Le domande efficaci in genere sono domande aperte e iniziano con quando, chi, come, dove, cosa.  Le domande che iniziano con un “perché” tendono ad essere concentrate sul problema e a dirigere l’attenzione sul passato.

Concentrata sul futuro, come le migliori leadership sanno fare. Le domande efficaci tendono ad essere concentrate sul futuro e a dirigere l’attenzione su di un risultato futuro.

  • Quali saranno le tue prossime azioni?
  • A chi puoi chiedere supporto?

La domanda “Come farai a sapere quando avrai raggiunto l’obiettivo” presuppone che la persona abbia la capacità di riuscire.

  • Cosa potrebbe succedere?
  • E se non dovesse funzionare nel modo che vorresti tu – qual è il piano su cui potremmo ripiegare?
  • Come ti preparerai?

Domande per valutare opzioni e trovare soluzioni

  • Cosa ne pensi?
  • Cosa pensi sia meglio fare?
  • Come ti sembra?
  • Come ti senti a riguardo?
  • E se non funziona?

Domande per fare chiarezza

  • Che cosa intendi?
  • Come ci si sente?
  • Cos’è che ti sembra di non capire?
  • Mi puoi dire di più?
  • Che cosa vorresti?

Domande per valutazione in modo critico il lavoro (specialmente il proprio!)

  • Va bene, va male o è nella media? In che modo?
  • In che modo rientra nei tuoi piani/stile/valori?
  • Secondo te cosa vuol dire?
  • Come lo giudichi?
  • Esplorazione
  • Possiamo analizzarlo ancora?
  • Possiamo fare brainstorming a riguardo? Quali altri spigoli riesci ad immaginare? Vedi anche solo un’altra possibilità? Quali sono le tue altre opzioni?

Domande per passare dalle belle teorie, alla pratica

  • Puoi fare un esempio?
  • Ad esempio?
  • Come cosa?
  • Tipo?
  • Come sarebbe?

Per concludere: la leadership efficace fa domande. Avere a che fare con chi a leadership significa fargli/le domande.

Sperimenta anche tu queste domande nei tuoi dialoghi e vedi che accade.

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Dott. Gabriele Achilli – Psicologo e Coach achilli@ptmanagement.it

Gabriele Achilli è Psicologo, si occupa di Business Coaching e formazione manageriale per PMI. Aiuta imprenditori e manager di PMI a dare il meglio di se stesse, a riconoscere i propri talenti e a creare le condizioni per farli crescere. Lo trovi su tutti i social network e sul suo sito: www.ptmanagement.it

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