Il ruolo della Leadership consiste nell’impostare una missione, ma ancora di più, nel trasmettere a tutti l’energia e l’entusiasmo indispensabili per perseguirla.
Facile a dirsi, ma a farsi? Ho lavorato in aziende complicate, ripiegate su se stesse, con un dialogo interno molto difficile. Due a questo punto le soluzioni possibili: trovare nuovi collaboratori, oppure trovare “apostoli” da contagiare di energia, perché contagio chiama contagio, a cascata fino a diffondere nell’intera azienda, attraverso la tua Leadership personale un clima positivo immediatamente visibile.
Riunisco sempre tutti attorno ad un tavolo, non per condividere o per ascoltare passivamente qualcuno che parla e comanda cosa è giusto fare, ma per creare un percorso condiviso, insieme trovare soluzioni a problemi. La Leadership personale è anche condivisione, proattività e clima di reciproco e aperto scambio.
Leadership personale: si pensa all’innovazione solo su due assi: progetto o prodotto. Manca persone
Credo fermamente che esista una terza dimensione della Leadership personale, che è quella delle persone collaborative. Riunendo attorno ad un tavolo a collaborare persone che non lo hanno mai fatto, la fase iniziale sarà di scontro o diffidenza: ognuno avrà la sua soluzione o la sua verità. Poi segue un periodo di metabolizzazione ed una conseguente integrazione dei punti di vista. E’ la seconda fase, dove non si sente più iniziare le frasi con “Voi…”, ma con il “Noi…”. Un NOI organico, che si auto-aggrega attorno ad una visione forte e condivisa.
La visione può arrivare solo dal vertice della Leadership personale. E la visione è soprattutto alimentata dal “fare assieme”. Per questo, una volta trovato il fattore comune che ci tiene assieme (la visione appunto), si parte assegnando compiti per gruppi di lavoro, con scadenze certe, che solo chi ha Leadership personale ha il compito di monitorare. Altrimenti perderà di credibilità.
Assieme all’identità condivisa, serve la responsabilità. Per esigere responsabilità bisogna fare una sola cosa: prima di tutto va data. Una Leadership personale efficace delega spesso, delega bene. Inutile per esempio scavalcare i ruoli costruiti nel tempo, anche con fatica, solo perché ci sembra di dover velocizzare un processo in un momento critico.
I tre fattori della leadership: sogno, azione, ordine
Da qualche tempo mi sto interessando di costellazioni organizzative, e tra le varie possibilità di applicazione in ambito aziendale, esiste quella del miglioramento del lavoro di squadra. Ogni impresa, specialmente se di dimensioni medio-piccole, ed ogni gruppo di lavoro, può essere rappresentato da un triangolo i cui vertici si possono chiamare Sogno, Ordine, Azione. Anche le azioni di chi ha Leadership personale possono essere guidate da questi tre vertici.
Nel caso di un’impresa, il sogno è quello dell’imprenditore, del fondatore dell’azienda stessa: è la sua idea, nata nel suo cuore e nella sua mente. Coltivata e fatta diventare realtà, spesso con sacrificio, coraggio, intraprendenza ed un pizzico di follia.
L’ordine rappresenta le strutture organizzative (amministrazione, marketing, produzione, controllo e qualità, …), le gerarchie delle Leadership personale, i ruoli, le mansioni, i contratti stipulati.
L’azione è ciò che si compie in azienda e fuori di essa. È ciò che tramuta, le idee e gli accordi in qualcosa di concreto.
La Leadership personale svanisce se …
Nessuno di questi tre aspetti può stare l’uno senza l’altro e l’equilibrio tra essi è fondamentale. In ogni azienda la Leadership personale è l’insieme di questi tre fattori: c’è chi è custode di uno di questi tre aspetti.
Di fatto è sufficiente che uno dei vertici del triangolo si disallinei per avere effetti sugli altri due: questo perché l’azienda, come qualunque altra organizzazione è un sistema interconnesso. E’ come una rete.
Il disallineamento genera difficoltà e tensioni dentro l’azienda stessa e svuota la Leadership personale di forza. In questo caso il clima di lavoro diventa molto difficile: stress, conflitti, bon-out, calo di produttività, persone infelici, diffidenti e nervose.
Può accadere che il Sogno diventa bisogno: il bisogno di un titolare o di un manager di riconoscimento? Il bisogno di successo? Di emulare la strada paterna o di distinguersi a tutti i costi da qualcuno di significativo della propria vita?
L’azione può trasformarsi in reazione, abituandosi a prendere decisioni in perenne stato di emergenza, senza pianificare, senza pensare al futuro, in balia degli eventi. Infine l’ordine diventa disordine, caos, confusione per esempio nelle procedure o nei processi produttivi.
Il disallineamento è abbastanza facile da riconoscere: spesso basta una piccola intervista alle persone dell’azienda o anche solo ai vertici aziendali per capire.
Non è impossibile l’intervento sul team o sull’azienda. Il triangolo è illuminante per innescare cambiamenti efficaci.
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Dott. Gabriele Achilli – Psicologo e Coach achilli@ptmanagement.it
Gabriele Achilli è Psicologo, si occupa di Business Coaching e formazione manageriale per PMI. Aiuta imprenditori e manager di PMI a dare il meglio di se stesse, a riconoscere i propri talenti e a creare le condizioni per farli crescere. Lo trovi su tutti i social network e sul suo sito: www.ptmanagement.it